Ardissone Giuseppe

Questo è Giuseppe Ardissone, il mio bisnonno materno, un uomo mite e gentile. Nel dicembre 1944 i fascisti del paese avevano ricevuto una lettera anonima siglata A.E.G. e quindi, con un lampo di genio investigativo, intimarono a tutti gli abitanti con quelle iniziali di presentarsi al comando. Ardissone Giuseppe lo fece vestito da lavoro, con gli zoccoli ai piedi e una mantellina militare, residuato di una guerra precedente. Lo spedirono a Castellamonte su un carro trainato da cavalli e da lì a Cuorgnè dove fu processato e rimesso in libertà. Fece il viaggio di ritorno sul tetto di una corriera, a 72 anni in pieno inverno. Non ho storie familiari di Resistenza da raccontare. Ho aspettato che passasse il 25 aprile per evitare la retorica e raccontare un piccolo episodio di sopruso da parte di un regime ottuso.

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  • Paola

    Leggendo questa storia ho ripensato che qualcosa di simile era accaduto a mio nonno, nel 1945. Ne aveva fatto un piccolo diario intitolato “Cinque giorni alle Nuove”. E’ interessante (si svolge a Chieri dove ancora abito) e anche commovente, se ti può interessare leggerlo te lo mando, ne ho fatto un piccolo e-book trascrivendolo tutto per poterlo pubblicare su internet, è una delle tante storie che le famiglie hanno vissuto in quei difficili momenti.
    Fammi sapere, se vuoi. Ti auguro un buon giorno, Paola Merlino.

    • DiMaggio

      Ciao Paola! Certo che mi piacerebbe leggerlo, inviamelo a dimaggio@radiomontecarlo.net. Tutto serve per fare in modo che quei brutti tempi non ritornino più.



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